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L’evoluzione dei mansardati

Dopo quasi quarant’anni di evoluzione, i mansardati rappresentano ancora oggi i veicoli familiari per eccellenza. Scopriamo insieme la loro evoluzione e alcuni dei modelli più significativi proposti dal 1971 a oggi.

Chiamato anche mansardato per via di quello spazio disponibile sopra la cabina di guida capace di regalare un letto matrimoniale nonostante la forma spiovente da mansarda, l’autocaravan rappresenta da sempre il veicolo familiare per eccellenza. Nati a partire dagli anni Settanta, quando alle prime scocche montate sugli autotelai venne aggiunta la parte anteriore prominente, costituiscono oggi una delle tipologie più apprezzate, specie in Italia.

Arca Noè 350M, 1971

La storia dei mansardati, in Italia, inizia nel 1971 quando Arca realizza il Noè 350 M. Allestito su Ford Transit, la più gettonata meccanica dell’epoca, adottava una scocca a pannelli sandwich con rivestimento esterno e cantonali in alluminio e una disposizione interna classica, mutuata dalle caravan: servizi centrali e dinette posteriore a cui, naturalmente, si aggiungeva la mansarda. La semplicità delle tecniche costruttive di allora aveva necessariamente un impatto sul design:le forme squadrate, spesso piatte, erano all’ordine del giorno. La scarsa aerodinamicità, unita alle modeste potenze dei motori, nell’ordine dei 50, 55 cv, avevano inevitabili conseguenze sulle performance stradali. Ma erano altri tempi: i limiti di velocità sulle autostrade erano inferiori e il traffico era meno intenso. Il veicolo mansardato piace, ed è subito un successo: la stessa Arca, nel giro di pochi anni, lancia due gamme complete: nascono i gloriosi Scout, veicoli compatti allestiti su Ford e Bedford passo corto, e la famiglia Anaconda. Posizionata al vertice dell’offerta della fabbrica di Pomezia, offriva tre versioni: la Mini, su Ford 130D, la Midi, su quell’OM Grinta antesignano dell’Iveco Daily e sul Fiat 242, e la Maxi, su Mercedes 508.

Arca Anaconda Maxi, 1977

L’ultima versione, in particolare, segna un record: è, infatti, il primo maxi autocaravan patente C prodotto in serie. Lungo più di sette metri, cioè almeno due metri più della grande maggioranza dei modelli allora in commercio, aveva un prezzo di poco inferiore ai 50 milioni di lire. Contemporaneamente, la Factory di Pomezia propone anche il primo autocaravan scarrabile su pick-up Peugeot (il 260), il primo autocaravan 4×4 prodotto in serie, lo Scout 4×4 (1977) e il primo autocaravan con carrozzeria metallizzata, il Silver Mini.

Grand Soleil, 1981

GrandSoleil, 1981

Il mercato è in piena espansione: marchi storici del caravanning italiano si dedicano alla produzione di autocaravan: ecco quindi i Fara Falco, i Grand Soleil, caratterizzati da una gigantesca e squadrata mansarda anteriore, gli Elnagh Rally, Black Jack e i King. King, un nome storico che verrà poi ripreso successivamente dalla casa del biscione, identifica i mansardati top di gamma. Allestiti su Ford 160D e su OM Grinta, contribuiscono a sviluppare il concetto di autocaravan familiare: sono tra i primi, infatti, ad adottare letti a castello fissi in coda. I costruttori scelgono tre strade: alcuni scelgono esterni spigolosi (Arca, Laika, Mirage), altri tentano di introdurre forme più morbide (Mobilvetta, Elnagh), altri ancora affiancano alle classiche carrozzerie a pannelli sandwich le nuove, e ardite, monoscocche in vetroresina.

Camper Italia Pony 100, 1978

Molto, in questo campo, si deve alla Camper Italia dell’Ingegnere Scagliarini: è lui, infatti, a lanciare nel 1978 il Pony e tre anni più tardi il Puma.

Allestiti su Ford Transit 100D e su VW LT 35, adottano carrozzerie monoscocca e interni in teck nautico. Piacciono, e molto, i veicoli compatti: sovente sotto ai cinque metri di lunghezza, adottano spesso la porta posteriore. Un vero must, in questo senso, è il “mitico” C.I. Autohome, prodotto in UK dapprima su meccanica Leyland e successivamente su Ford Transit. Particolare nella linea, con parte superiore della mansarda in vetroresina, particolare negli interni, particolarmente ricchi per l’epoca e completi, in alcune versioni, anche del forno a gas.

C.I. Autohome, la brochure originale

Arca America 400, 1982

Sono i tempi dei Laverda, dei Roller AutoRoller, dei Laika Motorpolo, degli Arca Raider, primo esempio di veicoli “economici”. A settembre 1981 sempre il costruttore laziale presenta una nuova serie destinata a lasciare un segno indelebile nella propria storia: nascono gli America. Il nome dice tutto: rappresentano il top di gamma e adottano la migliore componentistica allora disponibile. Sono i primi, infatti, ad adottare di serie un frigorifero di grandi dimensioni (da 115 litri) e un boiler (Atwood) prodotti negli Stati Uniti. Tre i modelli disponibili: il 370, allestito su Ford, adotta una dinette matrimoniale con una singola trasversale in coda; il 400, su Ford, OM e dal 1983 anche su VW LT 35, declina le due classiche dinette sfalsate in un ambiente estremamente vivibile che crea una vera e propria camera da letto posteriore con letto a castello nascosto nel pensile e toilette con tanto di wc in ceramica e vasca da bagno; il 465, proposto unicamente su OM, è un sei posti con dinette a U posteriore e seconda dinette centrale. In Germania, intanto, una fabbrica di Polch inizia a produrre un modello mansardato su VW LT: il nome di questo veicolo, che entrerà nella leggenda è Clou. Il produttore, naturalmente, Niesmann.

Laika Motorpolo, 1981

Nel 1982 Fiat lancia il primo Ducato: cambio al volante, motore da 72 cv e trazione anteriore sono gli elementi che fanno pendere il consenso fino ad allora detenuto dal Ford Transit sulla nuova meccanica. Laika rinnova i Motorpolo, fino ad allora su Transit, e li associa al nuovo telaio, Elnagh invece battezza la nuova gamma Clipper.

Il 1985 segna l’esordio dell’Arca New Deal: lo studio, realizzato da Giorgetto Giugiaro, dà vita a un mansardato rivoluzionario per l’epoca. Dotato di scocca a pannelli sandwich con rivestimento esterno in alluminio argento metallizzato, integra perfettamente la cabina all’abitacolo tramite il primo raccordo in vetroresina. Di forme morbide, ha bandelle in abs che inglobano anche le porte e il paraurti della meccanica di base, il Fiat Ducato Maxi. Una fascia scura percorre lateralmente la zona delle finestre Seitz, mentre in coda il classico gavone posteriore è dotato di un moderno sportello automotive comprendente il paraurti, i gruppi ottici (derivati dalla Lancia Thema) e mantenuto aperto da due pistoni pneumatici. La modernità esterna si riflette nell’interno, giocato sui toni del grigio e declinato con una pianta che rappresenterà per il costruttore un vero e proprio “must” prodotto, con i debiti aggiustamenti, fino al 2006: dinette matrimoniale centrale, dinette singola posteriore con letto pensile a formare un letto a castello e servizi sull’altro lato. L’esercizio di stile del New Deal si trasforma, nel giro di pochi mesi, nella gamma America New Deal che ne riprende gran parte delle caratteristiche abbinandole però a tinte interne legno chiare e luminose e all’esterno beige e bianco.

Arca America 401 e 345 New Deal, 1986

Laika Lasercar S60, 1988

Non è da meno Laika, che a fine 1986 lancia la gamma Laser, declinata nelle caravan (le Laser), autocaravan (Lasercar) e integrali (Laserhome). I mansardati, allestiti su meccaniche Fiat e Ford, vantano diversi modelli, destinati a coppie e famiglie. I classici 56, con dinette centrale e ampi servizi, e 58, con dinette sfalsate, sono affiancati dall’ammiraglia 620: capace di associare una meccanica potente, quella del Ducato Maxi con motore da 2445 cc e 92 cv, un passo da 365 cm e una lunghezza esterna di 620 cm, adotta un interno con ampia zona living anteriore caratterizzata dalla presenza di una dinette affiancata dal divano, servizi posteriori e, per la prima volta in Italia, riscaldamento a convettori Alde. Una vera chicca per l’epoca, se si considera anche che l’S60 adottava le finestre Seitz con unibloc oscurante/zanzariera a cui associava i tanti plus della produzione Laika, tra cui il cappello mansarda in vetroresina e la controporta zanzariera.

HymerCamp 56, 1985 (foto modello 1988)

Il mansardato, intanto, inizia a parlare lingue diverse: in Germania Hymer propone gli HymerCamp, allestiti su Mitsubishi, Ford e Fiat e caratterizzati dalla scocca Pual con intelaiatura interna in acciaio. La linea è molto classica, così come le grafiche esterne, dapprima bianche e marroni e, dal 1988, giocate su quel bianco/grigio che sarà mantenuto fino al 1994. Dethleffs invece inaugura un nome storico: Globetrotter. Il mercato francese è presidiato da Pilote, Autostar e Gruau, l’antesignano di Chausson. Quello italiano, particolarmente vario, vede la presenza di numerosi marchi e la nascita di una categoria di prodotto: i mansardati economici. La lunghezza media di un camper, nel 1988, è di poco superiore ai 5 metri e mezzo: sono le dimensioni massime consentite dai telai Ford con passo di 283 cm e da quelli Fiat (292 cm). Rimor sviluppa le gamme di accesso Katamarano e media Koala, allestite su Transit e Ducato sia diesel che benzina/gpl. Safariways risponde con i Capo Horn, Abidjan e Manaus su Ducato, Aswan e Nairobi su Ford. Per tutti, l’obiettivo è proporre veicoli completi ma economici e appetibili a un grande pubblico. Mentre Roller, marchio storico del caravanning, caratterizza i propri Versilia e Arno con una mansarda particolarmente compatta, Caravans International lancia sul mercato la gamma Turistico, realizzando con il 320 uno dei modelli più economici di sempre (circa 18 milioni di lire su Ford 120 B/GPL) mentre con il marchio CPT Granduca inizia a presidiare la fascia medio alta. Il primo modello, il

C.I. Turistico Sei, 1989

52, adotta una soluzione interna ancora oggi attuale: sedili automobilistici girevoli integrati con l’abitacolo e doppia dinette affiancata. Non mancano i C.I. International, con un modello, il 560, disponibile anche su Ducato 14 4×4, mentre si sviluppano proposte ancora più compatte: si sfrutta la meccanica del Fiat Talento, un Ducato 10 con passo accorciato a soli 232 cm. Safariways realizza il Petra, Granduca il 49, Hymer il Camp 51. Per tutti, la lunghezza è abbondantemente sotto ai 5 metri nonostante 4 posti letto.

Il mercato vede l’ingresso di un sempre maggior numero di produttori: Adria fa produrre in Belgio i propri Adriatik, Knaus lancia i Traveller, Buerstner vanta una gamma completa di mansardati allestiti su Ducato, Rapido propone per la gamma 850 una mansarda particolare che ingloba una capace bagagliera nella parte posteriore del rialzo sul tetto. La vivacità produttiva è evidente nelle soluzioni adottate da Piooneer,

Pioneer Habitat 530, 1989

dinamica azienda laziale che con i Basic prima e con gli Habitat e i Touring poi crea abitacoli da viaggio particolarmente ingegnosi e spaziosi anche in dimensioni compatte. Grande successo avrà, in questo ambito, l’Habitat 530. Dotato, come i “fratelli”, di giro scocca in vetroresina, adotta una doppia dinette anteriore con servizi in coda. La Toscana, poi, vede il fiorire delle idee Mobilvetta: prima la serie Concorde, con il 576, caratterizzato da dinette centrale e letti a castello trasversali, poi la nascente serie Icaro, incontrano un buon successo. Icaro, in particolare, è un nome che rimarrà storico per la Casa di Barberino. Nasce nel 1988 su Fiat Ducato e su quell’Iveco Daily con cui otterrà grandi e lusinghieri successi negli anni a venire. Già dall’inizio adotta una mansarda e una parete posteriore monoblocco in vetroresina e costituirà, negli anni, l’ammiraglia Mobilvetta. I grandi costruttori, però, tendono a essere piuttosto generalisti: cercano di presidiare tutte le fasce di mercato: Arca propone le gamme America, Europa e Freccia, Mobilvetta gli Icaro, Skipper e Cip e Ciop, Elnagh i Clipper Plus, Clipper GLS e Trophy.

Rimor Brig 678, 1992

Rimor Brig 678, 1992

Nel 1990, Arca introduce una nuova ammiraglia: è l’America 406 NewDeal. Dotato di carrozzeria con mansarda, tetto, parti alte delle fiancate e posteriore a monoblocchi in vetroresina, declina un interno moderno giocato su tinte grigie e azzurre: particolare la toilette, con doccia separa indipendente dotata di un proprio accesso. Il modello, che rappresenta forse uno dei migliori autocaravan mai prodotti, sarà sostituito, nel 1992, dalla versione 406 IN, dotata di riscaldamento Alde a convettori. Nello stesso anno, intanto, Ford rinnova il Transit, introducendo finalmente un motore Turbo: dotato di 100 cv, è abbinato ai modelli 150 e 190 disponibili con ruote posteriori singole e gemellate. Lo adottano, da subito, numerosi allestitori: C.I., Safariways, Mobilvetta, ma soprattutto Rimor, Laika ed Elnagh. La prima introduce la gamma Brig, rivoluzionando la propria produzione e lanciando il concetto di veicolo familiare disponibile con diverse piante interne tutte accomunate da un attento rapporto prezzo/qualità. La serie, presente ancora oggi a listino, introdurrà significative innovazioni: sdoganerà una volta per tutte il controtelaio in acciaio, vero must della casa, proporrà piante di successo come la 678 e introdurrà, per prima, il frigo di grandi dimensioni con congelatore separato sul 679.

Laika, invece, sfrutta la nuova meccanica per realizzare uno dei suoi più grandi successi: l’Ecovip. Fedele alla tradizione di famiglia, con soluzioni di alto livello tecnico, la nuova serie si caratterizza subito come il riferimento per un’intera generazione di prodotti. Allestiti su Ford 150 e 190, (dal 1994 anche su Iveco 35.12), hanno costruzione sandwich con cantonali in alluminio, bandelle stampate nello stesso materiale e soluzioni pratiche e ingegnose. La mansarda è “firmata” dalla doppia finestra frontale, dal cappello in vetroresina e da un allestimento interno che avrà il merito di avere introdotto l’ergonomia in quell’ambiente. Gli interni sono moderni e adottano piante di successo: su tutte, quella dell’EV 2, con doppia dinette anteriore, cucina a L e letti a castello longitudinali.

Laika Ecovip 2, 1992/93

Elnagh King 670, 1993

Elnagh decide, invece, di sfruttare appieno la nuova meccanica: le serie inferiori Trophy e Poker Plus sono affidate alle versioni aspirate e con ruote posteriori singole; la nuova ammiraglia, il King, adotta invece le versioni più potenti. Questa gamma, in particolare, si distingue immediatamente per la ricchezza dell’allestimento interno, disponibile in tre varianti: 620, con dinette sfalsate, 660, con dinette a U in coda, e 670, con doppia dinette anteriore e letti a castello posteriori.

Meno di un anno più tardi, Arca lancia la gamma SuperAmerica: raccoglie il meglio della tradizione del Marchio laziale in termini di impiantistica (2 serbatoi dell’acqua potabile per 220 litri totali, 2 pompe dell’acqua, doppio sistema di scarico del wc, scambiatore di calore in marcia, bombolone GPL da 65 litri con vano per bombola di emergenza…) associandoli a uno stile interno completamente nuovo e votato all’eleganza. Mobili in noce nazionale, pareti anticondensa rivestite in microfibra verde acqua (beige dal 1995), selleria in camoscio sintetico, piante funzionali e di successo sono gli ingredienti di una gamma di vertice proposta a prezzi non certo popolari ma che riscuote un grande successo.

Arca Super America 430, 1994

Mobilvetta Icaro 5L, 1994

Mobilvetta, però, non è da meno: nel 1994, infatti, lancia l’Icaro 5. Allestito su Iveco 35.12, adotta anch’egli una pianta con sette posti letto associandola a una linea esterna pulita e accattivante e a interni con mobili di elevato livello qualitativo.

Nello stesso anno Fiat rinnova il Ducato, lanciando la versione X2/30. Arca lo impiega per gli America e i Super America, Elnagh per gli economici Marlin, i Columbia e i King 641 e 663, Rimor per il Brig, C.I. e Granduca per i nuovissimi Mizar e Pegaso. Caratterizzati da una linea moderna, fanno ampio uso di parti plastiche preformate per il rivestimento della mansarda, adottano interni chiari e luminosi e introducono le finestre ultrapiatte Polyvision (Mizar). Mobilvetta adotta i nuovi telai per gli Skipper 54, 60 e 61 e, nel 1995, lancia la propria ammiraglia, l’Icaro 7L. Allestito su Ducato Maxi con telaio Al-Ko, adotta doppio pavimento, pareti coibentate con Thermopan XPS e interno lussuoso con dinette a U posteriore. Nello stesso anno Laika declina gli Ecovip 3 e 5 su Ducato, mentre Arca, con il piccolo 3.9, adotta per la prima volta su un veicolo di serie un gavone a volume variabile posteriore. Il 1996, invece, è l’anno del Mirage Alaska, il primo veicolo a proporre pareti a spessore maggiorato (47 mm). Non mancano gli esempi di veicoli monoscocca: accanto al sempre apprezzato ArkDesign Goal 90 su Iveco, Wingamm propone, nel 1996, il proprio primo e ad oggi unico mansardato: l’Oasi 650.

Hymercamp, 1998 (foto modello 2004)

La fine degli anni Novanta vede il profondo rinnovamento di due prodotti tedeschi: nel 1998, infatti, Hymer rinnova il Camp dotandolo di una innovativa mansarda bombata. L’anno successivo è la volta di Knaus che, con i Traveller, introduce una scocca a monoblocchi di vetroresina con veranda elettrica integrata e pavimento multifunzione con arredi sinuosi con cinque diverse disposizioni interne. Particolari alcuni dettagli, tra i quali la serranda plissettata oscurante a dividere la cabina dall’abitacolo. Ma il 1999 è, soprattutto, l’anno del Laika Kreos. Due modelli, il 3003 e il 3004, allestiti su Mercedes Sprinter e dotati di gavone sottopavimento passante, stupiscono per la modernità della linea, con mansarda monoblocco in vetroresina, pareti bombate e colorazione crema,e per gli interni esclusivi e personali. Nel frattempo, intanto, vede la luce una nuova, importante, realtà: nasce, infatti, McLouis. Dapprima destinata al noleggio, la produzione del nuovo marchio registra un immediato successo.

Laika Kreos 3003, 1999 (foto modello 2000)

Carthago Mondial, 1997

Il garage posteriore si generalizza sempre di più: ogni costruttore ha in gamma una pianta con questa soluzione. Rimor contribuisce, con i SuperBrig serie 7 su Mercedes, a sdoganare dimensioni esterne nell’ordine dei 730/750 cm. Il mansardato di fascia alta inizia ad arrivare in Italia per merito di Carthago che con i Mondial prima e gli Chic presidia stabilmente i segmenti premium e luxury. EVM System introduce il concetto di veicoli monoscocca prodotti in serie: l’esperienza dei Platino, Gold e Pascià, allestiti su Renault Master in prima istanza e, successivamente, anche su Iveco, Fiat e Mercedes, verrà successivamente ripresa, nel 2005, dai Mobilvetta Kimù.

Mobilvetta Design Nazca M21, 2005

GiottiLine Graal Z600, 2005

Il design caratterizza sempre di più i prodotti: nel 2005 Mobilvetta propone i Nazca, esempio di stile esterno e interno e tra i primissimi a lanciare gli interni a contrasto chiaro/scuro, Bruno Giardino firma gli avveniristici Genetics e Graal di Giottiline, l’anno successivo InovoDesign disegna i C.I. Mizar e i Roller Team Pegaso abbinandoli magnificamente al nuovo Fiat Ducato x2/50. Stupefacente, anticonformista e forse non compreso a sufficienza dal pubblico, il mansardato Mathilde, della francese Bolloré Motorhomes, ripropone i canoni tecnici e stilistici lanciati qualche anno prima dal prototipo Tekoprom Sea. Allestito su Renault Master, vanta una scocca particolare nelle forme e nelle soluzioni tecniche, con il gavone posteriore con apertura a pantografo, i gruppi ottici posteriori della Renaul VelSatis e le finestre laterali bombate a inglobare il raccordo con la cabina a vantaggio della panoramicità dei posti posteriori, soluzione ripresa, nel 2008, da Elnagh per i propri Prince.

Bolloré Motorhomes, Mathilde, 2005

Il mansardato, intanto, si connota sempre più come tipologia trasversale: piccolo, compatto ed economico come pure grande, spazioso e lussuoso. Diversi costruttori percorrono la via del patente C. Proposte in questo senso arrivano da Buerstner (con gli Argos), Hobby (Sphinx), Dethleffs (Globetrotter XXL), Concorde (Credo Action e Cruiser) ma anche da Laika (Kreos 5001).

Dethleffs Globetrotter XXL 9800, 2008

Le disposizioni interne coprono ormai ogni esigenza: si trovano, infatti, veicoli mansardati con letti posteriori gemelli, matrimoniale nautico, letti a castello, garage posteriore. Si fanno sempre più rari, invece, i modelli con dinette a U, spesso sostituita da un grande living anteriore integrato con la cabina di guida e mutuato dai veicoli profilati.

Se desiderate conoscere un po’ di storia anche delle altre tipologie costruttive, potete visitare nuovamente la rubrica “Come eravamo” dove è possibile consultare alcuni articoli concernenti l’evoluzione degli integrali e dei profilati. Se invece state pensando di acquistare un veicolo ricreazionale o di sostituire il vostro, e magari intendete cambiare tipologia per soddisfare meglio le vostre esigenze, vi consigliamo la lettura della rubrica “Prima dell’acquisto“: offre, infatti, l’analisi dettagliata delle varie tipologie costruttive (mansardati, profilati, integrali), ognuno con i propri punti di forza e le proprie debolezze, ma soprattutto con un’attenzione particolare agli elementi più sensibili da controllare e verificare prima di procedere all’acquisto.