March 29, 2024

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Il 18 febbraio, proprio il mercoledì di inizio Quaresima, a Castel d’Ario (MN) va in scena la “trasgressione”:  la piazza si anima e vengono distribuiti, a quintali, caldi e ghiotti “bigoi con le sardele”, ovvero spaghetti conditi con le acciughe.


L’allegra abbuffata, risalente al 1848 (allora il cibo era polenta e aringa, cambiato dal 1920 con i bigoi), oggi può sembrare normale, ma allora volle significare una forte ribellione al potere politico e religioso, nel tentativo di infrangere le regole di una rigida separazione fra le classi sociali.
Fu un atto di coraggio per quei tempi. Del resto Castel d’Ario ha dato i natali a Tazio Nuvolari, il mitico corridore che di coraggio ne aveva tanto da diventare una leggenda .
bigoi_castelDarioSolo godereccia l’attuale bigolada, quando la ruvida pasta viene cotta nei “paroi”, grandi pentole, sistemati in piazza Garibaldi, e, dalle dodici, servita fra un tripudio di bancarelle e giostre.
Tutto si conclude al tramonto, e poi si rientra nei ranghi, anche se il digiuno sarebbe uno spregio all’eccellente gastronomia locale.
Nell’occasione verrà anche riproposto il libro che descrive la BIGOLADA dal 1848 ad oggi, con grande lavoro di ricostruzione e documentazione storica e fotografica di Sandro Corezzola, che guida il lettore alla scoperta dell’origine della manifestazione.
Un percorso che nel tempo ha sostituito l’originaria distribuzione di polenta e aringa con quella di “bigoi e sardele” e che ha perso la connotazione originaria di manifestazione anti-governativa e anti-clericale delle origini (da qui la scelta di far festa il primo giorno di Quaresima), ma che ha mantenuto intatte le caratteristiche della distribuzione gratuita alla popolazione. Dalla protesta alla festa, dunque, e festa di piazza che negli ultimi decenni è stata gestita con successo dalla Pro Loco.”

Cenni storici: la festa ebbe origine l’8 marzo 1848. La Società del Carnevale (prima società casteldariese, una pro loco antelitteram) si fece portavoce del ceto degli affittuari, artigiani e commercianti esclusi dal potere politico perché non possidenti e, non tenendo conto dei divieti, promosse per il Mercoledì delle Ceneri una pubblica “…diffusione al popolo di polenta, aringhe, cospettoni e vino piccolo”. Sotto l’aspetto conviviale si celavano forti tensioni sociali, come si può riscontrare nei numeri del settimanale “Il Pellagroso” che nel 1885 dava alla manifestazione un significato politico a sostegno del movimento operaio e contadino, e un significato anticlericale “…venite nel paese dei dannati profanatori della Quaresima…”
Con il passare del tempo si attenuò il significato politico, ma la festa continuò ad essere considerata un affronto alle pratiche della Chiesa che imponeva il digiuno. Certamente un piatto di polenta e aringa, e più tardi (forse nel 1921) i “bigoi con le sardele” non erano piatti grassi, ma il carattere festaiolo fu sempre osteggiato. Il regime fascista impose di spostare la data all’ultimo giorno di carnevale (come in tutti gli altri paesi),  ma dopo il conflitto si tornò al giorno tradizionale. Nel 1970 la chiesa concesse una particolare dispensa per gli abitanti di Castel d’Ario e per coloro che si trovavano nel paese il mercoledì delle Ceneri.
La manifestazione oggi: distribuire in piazza porzioni di “bigoi” conditi con acciughe, tonno e olio sembra poca cosa al confronto di costosi carri allegorici approntati in altre città, ma la presenza di migliaia di persone, pur essendo un giorno lavorativo, che da mezzogiorno a sera aspettano con pazienza il piatto povero, è sorprendente.  I fattori che contribuiscono al successo di questa manifestazione sono, oltre al gustosissimo cibo, la singolare coreografia dei cuochi rossi in viso, i grossi focolari con gli enormi paioli e l’occasione di ritrovarsi uniti a festeggiare in semplicità

Nell’occasione l’ospitalità di Castel d’Ario non si limita alla preparazione dei bigoi, ma vengono organizzati diversi spettacoli come sfilate di maschera d’epoca, giochi in piazza, lancio di palloncini da parte dei bambini delle scuole, annulli filatelici ecc.  La “bigolada” è una manifestazione unica capace di far ricordare ai contemporanei le radici della storia democratica, i primi raduni di braccianti, il motto “la boie”, le lotte organizzate rivestite in una festa singolare.

Per maggiori informazioni: Pro Loco di Castel d’Ario, Paolo Soave proloco.casteldario@libero.it – tel. 3384014077

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Cinzia

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