April 20, 2024

Alla scoperta di Marrakech, la città più esotica e particolare del Marocco, dove la modernità si fonde con la tradizione in un affascinante cocktail ricco di emozioni che avvolgono il visitatore a ogni suo passo.

Sostiamo e pernottiamo presso l’ “Ourika Kamp Marrakech”, una curata e moderna struttura facilmente raggiungibile, situata nella zona meridionale della città, a poco più di una decina di chilometri dal centro. Per raggiungere le attrazioni del centro ci siamo serviti di un bus turistico, ma è possibile tranquillamente utilizzare i taxi locali che generalmente applicano tariffe piuttosto economiche.

Marrakech è una città ricca di contrasti, dove la modernità si fonde con la tradizione in un magico e affascinante cocktail ricco di emozioni che coinvolgono tutti i nostri  sensi, una meta esotica della quale è davvero difficile non innamorarsi. Situata nel punto in cui le pianure costiere del Nord Africa incontrano il deserto, con le cime innevate dell’Alto Atlante che disegnano lo sfondo, Marrakech – che in lingua berbera significa “terra di Dio” – è stata un mercato importante e un luogo d’incontro per molti secoli. Un tempo attirava nel suo centro i mercati arabi delle città costiere, i contadini berberi delle colline e i commercianti dell’Africa Occidentale, provenienti in particolare dalle zone aurifere del Mali e del Niger. E’ stata fondata nel 1062 d.C. sotto la dinastia Almoravide, in cerca di una nuova capitale per il proprio impero e, nei secoli a venire, con un’alternanza continua di periodi turbolenti ad altrettanti tranquilli, subì un processo di crescita tale da portarla a diventare una delle più grandi Città Imperiali del Marocco oltre a rappresentare uno degli insediamenti più ricchi e importanti della regione mediterranea. Oggigiorno, nonostante abbia ceduto da tempo il ruolo di capitale a Rabat, è il capoluogo amministrativo della regione Marrakech-Tensift-El Haouz, che copre una vastissima area che si estende dall’Alto Atlante fino alle coste di Essaouria. Un prestigio e un fascino ulteriormente arricchito nella seconda metà del XX secolo da personaggi famosi in visita, come i Beatles, i Rolling Stones o Led Zeppeling, oltre che da rappresentanti del mondo della moda con Yves Saint-Laurent o Jean-Paul Gaultier, tutti con la pretesa di avere una dimora esclusiva.

La città è divisa in due zone principali: la medina, o città vecchia, formata da labirinti di viuzze circondate da tipiche abitazioni unite a numerosi souk e moschee, e la città nuova, Guéliz, un infaticabile snodo commerciale dove hotel moderni affiancano ristoranti esclusivi, locali alla moda, boutique, banche e uffici di ogni genere. Ma ovunque ci si trovi, sembra che tutte le strade e la vita cittadina conducano in un’unica direzione: Djemaa el Fna, la gigantesca e famosissima piazza posizionata proprio al centro della città, che ospita il più importante mercato della medina e rappresenta un vero e proprio teatro quotidiano dove va in scena la vita, la storia e la cultura di un popolo.

Uno spazio all’aperto creato nel XI secolo dagli almoravidi come luogo dedicato alle parate di fronte alla loro kasbah ma, col tempo, la gente del posto se ne appropriò iniziandola a usare come piazza del mercato. Ma l’origine del suo nome, come in arabo significa “assemblea dei morti”, è probabilmente riferita all’epoca in cui la piazza veniva utilizzata per le esecuzioni pubbliche. Oggi è un luogo che cambia aspetto più volte durante la giornata, tanto che l’UNESCO la definisce come uno dei “capolavori del patrimonio orale e intangibile dell’umanità”. All’alba e durante le prime ore della mattina sembra una comune distesa di cemento avvolta in un clima di tranquillità, con alcuni gruppetti di persone sedute qua e la per la piazza e delimitata dai caratteristici carretti dei venditori ambulanti colmi di arance. Pian piano inizia a prendere vita trasformandosi in un vero e proprio crocevia cittadino, con il suo grande mercato e i numerosi motorini che sfrecciano incuranti tra la folla nei vicoli della medina. Fanno la loro apparizione i primi artisti di strada come danzatori, cantastorie, cartomanti e gli immancabili incantatori di serpenti che, per pochi Dihram, avvolgono i loro rettili attorno alle spalle dei turisti per poter scattare qualche foto esotica. Ad affiancarli, i famosi dentisti di strada, con le loro bancarelle colme di denti e dentiere, gli scrivani e gli erboristi che, a ogni vostro passo, sono pronti a offrirvi le loro esibizioni o i loro miglior prodotti.

Ma quando il sole inizia a tramontare e si alza la fresca brezza serale la piazza si trasforma, cambia volto, animandosi completamente e avvolgendo le persone in un’atmosfera magica, quasi surreale. Vengono allestiti numerosi chioschi con cucine rudimentali, circondate da tavoli, panche, ombrelloni e fornelli scoppiettanti, trasformandola in poco tempo in un grande ristorante all’aperto. Menu e cibi di ogni genere vengono offerti in modo teatrale ai curiosi che si addentrano nel mezzo, pubblicizzando il numero del loro banchetto e facendo diventare la scelta davvero difficile. Accanto a questo insieme di ristoratori ambulanti, il resto della piazza sembra assumere le sembianze di un circo, animato non solo dagli abitanti della medina ma anche dalle persone provenienti dai vicini villaggi che, sulle melodie dei musicisti e degli artisti di strada, riscaldano l’atmosfera fino a tarda notte. Nonostante il posto migliore per godersi in prima fila questo spettacolo unico sia nel cuore della piazza, è possibile anche ammirare dall’alto questo manifesto raffigurante la vita quotidiana di Marrakech, dalle terrazze dei numerosi cafè e ristoranti che la circondano.

La maggior parte delle attrazioni turistiche si trovano all’interno delle mura dal colore rosato della medina, una fortificazione costruita con mattoni di fango risalente al XII secolo che contraddistingue la città e sopravvissuta quasi completamente nel corso degli anni, senza che ne sia stata alterata particolarmente la conformazione originale. Un modo divertente per poter ammirare la maestosità delle mura di Marrakech è un giro in calèche. Per prenderne uno basta recarsi in place Foucauld, sul lato occidentale della piazza Djemaa el Fna.

Nella zona nord di quest’ultima, invece, si sviluppa il quartiere dei souk, un dedalo di calli, stradine e piccole piazze, spesso coperte da assi di legno che sostengono grandi tende, dove è possibile trovare oggetti e prodotti di ogni genere: dai medicinali, con vasi di vetro contenenti parti di animali e strani ingredienti di cosmesi, alle colorate ciabatte in pelle indossate dalla gente del luogo, ai prestigiosi tappeti marocchini, che ricoprono intere pareti oppure giacciono su alte pile a terra, per finire con numerosi oggetti dell’artigianato tipico marocchino, classici souvenir e i negozietti dei fabbri dove acquistare gioielli.

Anche se i souk di Marrakech non sono uno dei posti più economici dove fare acquisti, queste vie sono sempre affollate, e si viene ampiamente ripagati dall’insieme amplificato di colori, odori e suoni che vi circondano mentre vi perdete al loro interno. Negozianti e clienti sono intrappolati in continue contrattazioni che sembrano non avere fine, divenute ormai un simbolo tipico della cultura locale. Qualora vi fermiate in qualche bottega a osservare la moltitudine di merce esposta, sarete caldamente invitati ad accomodarvi per visionare meglio i prodotti di vostro interesse, accompagnati dalla frenetica parlantina dei venditori e, talvolta, da un bicchiere di tipico tè alla menta. Armatevi ti tempo e pazienza ma, dopo una serie di offerte e contro proposte, spesso si riesce a comprare al prezzo sperato. Non preoccupatevi se alla fine non riuscite a trovare un accordo su quanto pagare, ricordate però che, qualora il venditore dovesse accettare la vostra offerta, sarebbe visto come un gesto di maleducazione rinunciare all’acquisto. Nei souk non si incontrano solo botteghe e mercati, ma ci si imbatte anche nei laboratori che producono direttamente i prodotti come tappeti, stoffe ricamate o legno intagliato. Può succedere che gli stessi proprietari vi invitino ad assistere in diretta a una piccola dimostrazione delle loro abilità artigianali.
Se avete poco tempo da dedicare agli acquisti oppure non avete voglia di calarvi nell’arte della contrattazione, lungo Rue de La Kasbah nella parte sud della medina, si trova una grande negozio su due piani al cui interno potete trovare una moltitudine di souvenir e prodotti locali proposti a prezzi fissi particolarmente vantaggiosi.

Nonostante siano la vita e le tradizioni di Marrakech che si respirano passeggiando per il suo centro ciò che incanta ed emoziona maggiormente, la città offre numerosissimi siti storici che meritano una visita. Ecco di seguito una piccola selezione.

  • Palazzo Bahia: situato nella zona orientale della medina, il suo nome significa “palazzo delle meraviglie”, in onore delle sue sontuose decorazioni scolpite e dipinte dal pavimento al soffitto e dei giardini pieni di cortili interni, fontane e piante tropicali. Fu costruito alla fine del XIX secolo come residenza per il gran visir Bou Ahmed ibn Moussa, le sue mogli, i suoi figli e le decine di concubine.

  • Tombe Saadiane: un complesso che contiene le tombe realizzate in marmo di circa 60 membri appartenenti alla dinastia Saadiana, accessibile attraverso un piccolo ingresso vicino alla Moschea della Kasbah. Costruito tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, è formato da due mausolei posizionati all’interno di un giardino.

  • Giardino Majorelle: ospitati in un tranquillo quartiere a nord-est del centro, furono costruiti dal pittore Jacques Majorelle come rifugio dove potersi concentrare sul proprio lavoro. L’architettura dei giardini coniuga assieme la tradizione islamica e la modernità europea, costruendo una villa di colore blu elettrico in stile art déco che completa un quadro che continua ancora oggi a godere una notevole popolarità. Il pittore li aprì al pubblico nel 1947 e li gestì fino alla sua morte avvenuta nel 1962. Il giardino rimase trascurato per molti anni finché venne scoperto dallo stilista francese Yves Saint-Laurent e dal suo compagno Pierre Bergé, che lo riportarono al suo antico splendore e lo riaprirono al pubblico. Tra suoi vialetti ricoperti di piastrelle zellij che regalano una sensazione di calma e tranquillità, si compone un insieme di stagni, fontane a numerose aiuole contenenti oltre 300 specie di piante provenienti dai cinque continenti: dalle piante grasse e cactus, alle palme, ai boschetti di bambù, agli alti cipressi e i colorati oleandri. La villa contiene al suo interno la collezione di arti decorative marocchine di Yves Saint-Laurent, mostre temporanee e una boutique che propone costosi souvenir.

  • Moschea Koutoubia: posizionata a sud-ovest rispetto alla piazza Djemaa el Fna, è impossibile non notarla grazie al suo minareto alto ben 77 metri che svolge anche l’importante ruolo di punto di riferimento per l’architettura internazionale, fungendo da modello. Questa torre, costruita nel XII secolo, si presenta come un insieme armonioso di numerose decorazioni in stile moresco, chiavi di volta lavorate e merlature dentate. L’interno della moschea è chiuso alle persone che non professano la fede islamica ma è possibile visitarne i giardini. Cinque volte al giorno una voce si leva sulla caotica piazza Djemaa el Fna: è il muezzin che dalla sommità dell’alto minareto richiama i fedeli alla preghiera.

Dove sostare

Marrakech: “Ourika Kamp Marrakech” (Coordinate GPS: N 31.526559 ; E -7.959669), campeggio annuale, dotato di camper service, servizi igienici con docce calde, illuminazione notturna e allaccio alla corrente elettrica oltre ad avere le piazzole immerse in un tipico agrumeto. Facilmente raggiungibile, situata nella zona meridionale della città, a poco più di una decina di chilometri dal centro. Per raggiungere le attrazioni del centro si possono utilizzare i taxi locali, che generalmente applicano tariffe piuttosto economiche.

Fotogallery

Davide Bon

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