April 20, 2024

Proseguiamo il tour facendo una sosta allo spettacolare sito di Aït Ben Haddou, un grande esempio di città fortificata arroccata su una collina. Da qui affrontiamo il passo montano più alto del Marocco, il Tizi-n-Tichka, per scendere verso la magica Marrakech.

Proseguiamo in direzione Marrakech per una trentina di chilometri percorrendo la N9, facendo una sosta per visitare lo spettacolare sito di Aït Ben Haddou, uno degli esempi più antichi e belli di città fortificata, oggi Patrimonio dell’Unesco, dove il tempo sembra essersi fermato. Alla fine del centro della cittadina di Tazentoute lungo la principale, si prende la deviazione per Aït Ben Haddou, percorrendo la strada secondaria per una decina di chilometri circa.

Fondato nel XI secolo, anche se alcuni edifici risalgono a epoche più recenti, prende forma sulle rive dell’Oued Mellah, dominando la Valle Ounila e un tempo era un importante luogo di riposo e commercio per i mercanti che percorrevano la via carovaniera tra il Sahara e Marrakech.

Il grande ksar (raggruppamento di kasbah collettive, di altri edifici e zone comuni all’interno di mura difensive) in mattoni di fango rossi che prende forma all’orizzonte è una visione davvero stupefacente quando dal parcheggio si iniziano a percorrere le stradine che conducono al letto del fiume, da attraversare per iniziare ad assaporare da vicino le sue imponenti mura difensive, le torri angolate e l’insieme di case che si inerpicano sul ripido fianco della collina.

Perdetevi nel dedalo di vicoletti e scalinate dello ksar cercando gli scorci più particolari o fermandovi nelle numerose botteghe ricavate all’interno delle antiche abitazioni, fino a raggiungere i livelli superiori della fortezza. Da qui è possibile ammirare magnifici panorami sulla palmeraie circostante e sull’infinto hammada, il deserto pietroso.

In particolare, gli appassionati di cinema non impiegheranno molto tempo per riconoscere il set di avvincenti pellicole come “Lawrence d’Arabia”, “Gesù di Nazareth”, “Il gioiello del Nilo” e “Il Gladiatore”, per le quali sono stati restaurate o ricostruite parti del sito. Oggi Aït Ben Haddou è una famosa meta turistica e set cinematografico, pochi edifici sono tutt’ora abitati, ragion per cui è stato costruito un nuovo villaggio sull’altra sponda del fiume per gli antichi abitanti delle kasbah. Qui è presente un gran parcheggio nelle vicinanze dell’hotel “La Kasbah”, dov’è è possibile sostare con il camper per la visita del sito.

Da qui riprendiamo la strada principale (N9) che collega Ouarzazate direttamente a Marrakech, attraversando in pieno la catena dell’Alto Atlante grazie al passo di Tizi-n-Tichka, il più alto del Marocco (2260 metri di altitudine), famoso per i suoi tortuosi tornanti e le viste spettacolari sull’altipiano Saïss. La catena montuosa dell’Alto Atlante è la più alta del Paese e si innalza dalle colline a est di Agadir per formare una dorsale che percorre l’entroterra fino a nord-est. Essa agisce come barriera naturale tra il clima più aspro e arido del Sahara e quello mediterraneo più umido e freddo del nord ed è soggetta a forti nevicate durante il periodo invernale. Il nome stesso del passo “Tichka” significa difficile, un aggettivo che si addice a questo tratto di strada: le sue condizioni, in particolare del versante meridionale, non sono di certo ottimali e percorrerla richiede attenzione alla guida.

Scendendo invece verso Marrakech, si può godere di qualche chilometro in piena tranquillità, interrotti però dai numerosi cantieri e lavori in corso d’opera per rendere il percorso più facile e veloce. Incantevole è invece il panorama circostante che passa dai paesaggi lunari dell’Anti Atlante, a una natura spoglia composta da sole piante selvatiche, per riacquistare man mano colore grazie a rigogliosi querce e cespugli di oleandro durante la discesa.

Dove sostare

Aït Ben Haddou: ampio parcheggio su terra (Coordinate GPS: N 31.042933 ; E -7.129441) all’esterno dell’hotel “La Kasbah” dove è possibile sostare tranquillamente per la visita al sito storico, distante solo poche centinaia di metri.

Fotogallery

Davide Bon

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